Acufene: oggigiorno è abbastanza diffusa tra la popolazione il tipico ronzio dell’orecchio che parte improvvisamente senza ragioni apparenti, spesso trascurato a tal punto da cronicizzarsi. Grande riscontro di pubblico per la Giornata gratuita di prevenzione e informazione sull’acufene svoltasi presso il Centro di riabilitazione Fisioter di Pescara sabato 13 febbraio. Oltre un centinaio di persone, di età variabile tra i 30 e i 70 anni, ha preso parte all’incontro per conoscere meglio questo disturbo. “Perché l’acufene non è una condanna, ma piuttosto una patologia che deve essere riconosciuta, indagata, in molti casi curata e, comunque, può sempre essere trattata per giungere all’eliminazione o alla drastica riduzione del disturbo, facendo ricorso a tutte le metodologie possibili: dall’arricchimento sonoro alla terapia del suono sino alla terapia cognitivo-comportamentale, ossia la Mindfulness”. Lo ha detto il dottor Francesco Berni Canani, medico specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale, dirigente medico del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale civile di Pescara, ideatore e promotore della ‘Giornata sociale di Prevenzione’ dedicata all’acufene, affiancato dal dottor Alessandro Giannandrea, psicoterapeuta dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma e istruttore di Mindfulness.
La domanda ricorrente tra i pazienti è sempre stata la stessa: dottore perché ho questo rumore nell’orecchio e che devo fare?. Parliamo di persone che, in alcuni casi, convivono con quel ronzio anche da venti o venticinque anni, pensando di non avere soluzioni al proprio problema. La domanda è: cos’è l’acufene? “Si tratta della percezione soggettiva di uno stimolo sonoro – ha illustrato il dottor Berni Canani -, una sofferenza dell’organo dell’udito, ma l’orecchio è solo il bersaglio ultimo di un disturbo che nasce dalla corteccia cerebrale e che può insorgere in relazione a cause spesso diverse fra loro. Sicuramente c’è una causa legata alle comuni malattie dell’orecchio o ai traumi. In altri casi l’acufene può essere determinato da patologie traumatiche o disfunzionali. Altro meccanismo ben conosciuto responsabile dell’insorgenza degli acufeni -ha aggiunto Canani- è quello psicologico: disturbi d’ansia e dell’umore come gli stress emotivi possono scatenare l’insorgenza del disturbo la cui persistenza sarà appunto legata anche alla cattiva conoscenza del problema. Infine l’acufene può insorgere da cause diverse come squilibri ormonali, disfunzioni organiche come problemi cardiaci, pressione alta, diabete, disfunzioni della tiroide, colesterolo e trigliceridi alti, ritmi di vita scorretti, oltre all’uso di alcuni farmaci comuni che possono avere effetti tossici sull’organo dell’udito”.
Un soggetto che lamenti la comparsa improvvisa di un suono anomalo nell’orecchio deve in breve tempo riferirlo al proprio medico curante Non esiste una terapia unica per l’acufene, ogni caso richiede un approccio personalizzato al problema. È possibile applicare, ad esempio, la terapia del suono che si basa sull’arricchimento sonoro, già in uso da molti anni, ovvero la somministrazione al paziente, durante la giornata, di tracce sonore, una terapia impiegata anche di notte, diffondendo nell’ambiente suoni della natura, come la pioggia, un ruscello, rumori del bosco, della foresta o della campagna, sui quali va a concentrarsi l’attenzione del soggetto affetto da acufene che riesce così a distogliere la propria attenzione e a prendere sonno. Ma oggi nel trattamento dell’acufene ha assunto massima rilevanza soprattutto la ‘terapia cognitivo-comportamentale’ che mette in gioco la figura indispensabile dello specialista psicologo, “il quale – ha spiegato il dottor Giannandrea – deve far comprendere al paziente cos’è l’acufene e quali sono le cause che possono generare il disturbo. Soprattutto la meditazione insegna a non vedere più l’acufene come una minaccia e a liberarsi delle sensazioni di ansia e paura correlate”. “Il successo della giornata – ha concluso il dottor Berni – ci induce a ripetere l’iniziativa perché informare la popolazione è il mezzo principale per prevenire”.