Asl. Una speranza per la vita


una culla per la vita pescara

Anche questa mattina al nostro risveglio abbiamo appreso dalla stampa la triste notizia di una neonata abbandonata in una scatola di cartone dinanzi un Ospedale: un nuovo caso di abbandono in luogo non idoneo dopo quelli riportati negli ultimi mesi. Una scelta difficile e dolorosa per una madre che ha provato a prendersene cura avvolgendola in una coperta, ma purtroppo mettendo in pericolo la vita della piccola poiché il luogo non era sicuro.

La Direzione della ASL di Pescara, vuole poter sostenere le donne attraverso strumenti trasversali e complementari, ricordando anche che nella ASL di Pescara è presente grazie all’Associazione Soroptimist International, la Culla per la vita.

Una realtà che permette di fornire risposta a donne che hanno storie drammatiche per le quali non possono crescere i loro figli, ma che scelgono un posto sicuro e protetto per salvare il figlio. La stessa simboleggia l’abbraccio della Nostra Società verso le donne ed i bambini.

A tal riguardo il dr. Luigi Orfeo, Neonatologo e Presidente della Società Italiana di Neonatologia, afferma che “Le culle per la vita con la loro silenziosa visibilità parlano di speranza ed accoglienza e consentono di restituire speranza e sostegno a chi sente dentro di sé un vuoto ed una disperazione che rischierebbero altrimenti di indurre ad un abbandono in contesti non sicuri”. La Culla permette alle donne di “scegliere la vita” ed affidare il figlio a persone che potranno accoglierlo in sicurezza.

Si tratta pertanto di una struttura apposita (collocata in via Renato Paolini,47 al piano terra della palazzina rossa in un’area facilmente accessibile, tale da garantire la massima riservatezza) che si configura come la differenza tra “la vita e la morte di un neonato” che altrimenti rischierebbe di esser abbandonato in luoghi non idonei come cassonetti o scatole.

Si informa altresì che la normativa vigente prevede, in riferimento alle gestanti, il diritto, senza vincoli di residenza e nazionalità, comprese quindi le donne migranti e/o che sono in Italia clandestinamente, di partorire in anonimato (dpr 396/2000 art.20, comma 2), ossia senza riconoscere il neonato. A tal riguardo si precisa che il percorso del parto in anonimato consente di garantire il diritto alla salute sia della donna che del nascituro.

La dr.ssa Di Valerio, Direttore della UOC di Neonatologia, evidenzia che tutti gli interventi sono espressione dell’impegno ad accogliere la donna ed il bambino e che vi sarà sempre un pieno rispetto sia per le intenzioni della donna che per la privacy. La riservatezza,

precisa il Direttore, è uno degli elementi che ci permette di tutelare e garantire la vita del nascituro oltre che assicurare alla donna il diritto alla segretezza.

Si informa infine che le donne potranno ricevere informazioni sui percorsi di aiuto e sostegno dal Servizio Sociale Ospedaliero rivolgendosi ai seguenti contatti: 0854252644 e cellulare num. 331/6868202 , mail: serviziosociale.ospedalepescara.pe.it .