Concerto ‘Michele Di Toro plays Sakamoto’ a Pescara


Michele di Toro

L’arte musicale, eclettica, minimalista e al tempo stesso orchestrale, di Ryūichi Sakamoto rivive attraverso l’estro e la creatività del maestro Michele Di Toro per un omaggio a un anno dalla morte del compositore. Sarà l’Auditorium Cerulli di via Verrotti a Pescara a ospitare, venerdì 12 aprile, alle ore 21.30, quello che si annuncia come un vero evento, ‘Di Toro plays Sakamoto’, in cui ad affiancare il pianista sarà la voce di Lisa Monaco e il violoncello di Gianluigi Fiordaliso, che ripercorreranno le vibrazioni musicali di un innovatore silenzioso mosso da una costante curiosità, in moto perpetuo, dinamico e artisticamente unico.

Sakamoto viene considerato tra i pionieri della fusione tra la musica etnica orientale e le sonorità elettroniche occidentali. La sua vasta discografia solista, che include oltre settanta titoli diversi, spazia fra numerosi generi, popmusica elettronicaambientbossa novaworld music e musica neoclassica. Dapprima membro degli Yellow Magic Orchestra, gruppo musicale seminale per la musica elettronica giapponese e il j-pop, Sakamoto inaugurò successivamente la carriera solista e divenne compositore di note colonne sonore cinematografiche, alcune delle quali, come ‘Furyo’, ‘L’ultimo imperatore’ (alla quale prese anche parte come attore) e ‘Il tè nel deserto’, ottennero fama mondiale e premi prestigiosi, tra cui l’Oscar come miglior colonna sonora. Ispirato per sua ammissione a John Coltrane, ai Beatles e a John Cage, Sakamoto si mosse principalmente lungo due percorsi ben definiti: da una parte quello del compositore di colonne sonore minimaliste e orchestrali, dall’altra quella dell’artista di pop elettronico e sofisticato che unisce fra loro sonorità all’avanguardia, melodie orientali, sinfonismi occidentali e occasionali incursioni nel jazz. Particolarmente significativi in questo senso sono ‘Illustrated’, ‘Musical Encyclopedia’ (1986) e ‘NEO GEO’ (1987), i due album che definirono la vena world e pop che avrebbe poi caratterizzato molte delle sue uscite seguenti. Se ‘Heartbeat’ (1992) è un esercizio che lo ha avvicinato all’hip hop e alla musica etnica brasiliana e africana, ‘Sweet Revenge’ (1994) si ispira alla techno virando anche verso brani più melodici; ‘1996’ (1996) è un album per soli strumenti acustici, mentre il seguente ‘Smoochy’ (1996) segue la scia della musica lounge. Suoi sono anche alcuni album per solo pianoforte quali ‘BTTB: Back to the Basics’ (1999) e ‘Out of Noise’ (2009), nonché opere che risentono fortemente l’influsso della musica glitch come quelle realizzate al fianco di Christian Fennesz e Alva Noto.

A ripercorrere in un concerto straordinario l’arte e l’evoluzione musicale di Sakamoto sarà l’eclettismo del pianista Michele Di Toro, una carriera ormai riconosciuta a livello internazionale, che ha voluto omaggiare il Maestro a un anno dalla morte, avvenuta il 28 marzo 2023 e resa nota solo il 2 aprile dello stesso anno.

Michele Di Toro, originario di Sant’Eusanio del Sangro, nato nel 1974, è un vero talento del pianoforte. Sin da piccolo ha mostrato una grande predisposizione verso la musica in generale e, in particolare, per il pianoforte. Da allora ha cominciato a studiare musica diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale al Conservatorio ‘D’Annunzio’ di Pescara. Si è perfezionato presso l’Ecole Normale de Musique ‘A. Cortot’ di Parigi, ottenendo il diploma di esecuzione rilasciatogli all’unanimità. Prosegue gli studi richiesti dal pianismo “classico” ma viene presto influenzato dai linguaggi musicali afroamericani che lo portano a frequentare i Civici Corsi di Jazz a Milano. La sua avventura jazzistica passa per il Ragtime e per le pagine dei grandi pianisti dello “stride” ed è ispirata soprattutto dalla sensibilità musicale e dall’improvvisazione di Jarret. Nel corso della sua carriera partecipa a numerosi concorsi nazionali ed internazionali, classificandosi sempre ai primi posti. Tra i premi e riconoscimenti avuti, sono di straordinaria importanza il premio per pianisti jazz ‘F. Gulda’, assegnato con una menzione speciale della giuria per la migliore esecuzione di un brano composto da Gulda, nonchè la partecipazione al prestigioso Concorso Internazionale per pianisti jazz ‘Martial Solal’, svoltosi a Parigi, dove ha ottenuto una recensione molto positiva. Attualmente la sua intensa attività concertistica lo vede spaziare tra i generi più vari: musica classica, latina, folkloristica, pop, ma trova la sua maggiore ispirazione nella musica afroamericana che gli consente di esprimersi in modo naturale ed originale. Predilige, in particolare, i contesti del trio e del piano solo. Ha partecipato a manifestazioni come “Iseo Jazz” nel 2002, ai “Concerti del Tempietto” (Teatro di Marcello, Roma), è stato ospite regolare della “Settimana Mozartiana” a Chieti; inoltre ha fatto parte della Civica Jazz Band diretta da Enrico Intra e si è esibito in una tournèe in Galles e a Oxford. E’ da sottolineare il grande successo riscosso alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano nell’ottobre del 2003 per una sua esibizione in piano solo ed in trio. L’11 giugno 2004 ha avuto l’onore di essere nuovamente invitato dalla Società dei Concerti di Milano a tenere un concerto da solista nella Sala Verdi, esibendosi davanti a circa 1.600 persone entusiaste. Il primo lavoro discografico a proprio nome dal titolo “Playing With Music” vede la straordinaria partecipazione del grande chitarrista Franco Cerri, con cui il pianista collabora frequentemente. Il cd è stato presentato il 4 aprile al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia di Milano e vuole testimoniare il lungo e meticoloso lavoro di ricerca interiore attraverso i più svariati contesti musicali, alternando brani inediti a standard jazz con originali arrangiamenti in piano solo e trio. Nel suo migrare da un genere all’altro, Michele propone spesso intrecci tra i diversi linguaggi musicali, soprattutto in piano solo. Più che un mero esercizio stilistico o di una proposta innovativa, si tratta della ricerca continua di un contesto ideale che gli consenta di esprimersi mettendo in campo le sue innegabili doti: tecnica straordinaria, creatività, swing pulsante, suono limpido ed al tempo stesso penetrante, gusto armonico raffinato, sorprendente senso del ritmo e della coloritura.

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