L’ Abruzzo è senza alcun dubbio una della regioni italiane con la più alta vocazione verde, le sue caratteristiche fisiche ne fanno un luogo ideale dove sperimentare un modello in cui aree protette e attività dell’ uomo possano convivere virtuosamente, mettendo al centro il mantenimento degli ecosistemi.
La gestione di un sistema così complesso rappresenta una grande sfida, l’ elaborazione condivisa e la scelta partecipata di tutti i soggetti coinvolti diventano l’unica strada da percorrere per realizzare uno sviluppo davvero sostenibile che produca benefici senza esclusioni. È questo che ha tenuto a sottolineare Andrea Natale, il giovane direttore della Lecceta di Torino di Sangro, lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza tra mille difficoltà e parecchie soddisfazioni.
Il suo è un esempio di buone pratiche, una gestione possibile che funziona: da 1.500 presenze annuali sono arrivati a quota 5mila. Negli ultimi anni parecchi anche gli studenti stranieri transitati grazie all’ adesione alla rete del progetto Erasmus. La Riserva naturale, nell’idea di comunicazione della Lecceta “un mare di verde”, è stata istituita con legge nel 2001 e si estende per una superficie di 175 ettari, occupando quasi per intero un sito di importanza comunitaria (Sic) tra Fossacesia e Casalbordino.
Fin dal 1971 la Società botanica italiana aveva individuato in questa zona un importante biotopo di rilevante interesse vegetazionale da inserire nell’elenco delle aree naturali protette, ospita infatti uno dei rarissimi casi di boschi relitti litoranei dell’Adriatico costituito esclusivamente da latifoglie in netto contrasto con i diffusi rimboscamenti costieri con piante alloctone di natura antropica.
Una flora ed una fauna tutta da scoprire e a ciascuno il suo itinerario, previsti infatti diversi possibili percorsi di visita: Il percorso natura per circa la metà organizzato a gradoni con scorci panoramici sulla foce del Sangro e sull’ antico golfo di Venere tra lecci, pungitopi e le altre specie rappresentative.
Il percorso escursionistico ad anello all’interno del bosco, adatto anche ai più piccoli per la facile percorribilità, con l’occhio alle zone umide stagionali, gli stagni e ai resti della fonte di S. Nicola.
Il percorso ciclabile in mountain bike dal centro visite attraversando un panorama variegato, sentieri all’interno del bosco, altri lungo campi coltivati e vigneti, improvvisamente scorci mozzafiato sul mare e sulla costa con lo sfondo della Maiella.
Eloquente simbolo della Lecceta di Torino di Sangro la tartaruga, la Testudo hermanni, per lo studio e la conservazione della quale è stato istituito un vero e proprio Network (Tea) con la redazione di una carta di obiettivi prioritari da perseguire.