Nasce senza licenziamenti, una rarità quando si parla di fusioni; e nasce per risparmiare, secondo il classico “l’unione fa la forza”. Si presenta pure con un bel nome: Tua, acronimo che sta per Trasporto unico abruzzese; promette di rivoluzionare il settore e manifesta grandi ambizioni, anche ambientaliste.
Ma, come ogni nascita, il primo vagito ha visto la luce con qualche urlo di dolore. A strillare sono stati i sindacati, un po’ tra di loro e un po’ con la Regione, e non perché fossero contrari alla creatura per principio, visto che sulla necessità di cambiamento sono tutti d’accordo. Il fatto è che la fusione delle tre aziende di trasporto su gomma e rotaia di proprietà della Regione Aruzzo – Arpa, Gtm e Sangritana – comporta il livellamento delle retribuzioni, che per alcuni si tradurrà in diminuzione degli emolumenti. Omologare e far rientrare le tre tipologie attuali nel nuovo contratto aziendale non è semplice; la trattativa, ancora in corso, fa i conti con l’abbassamento del costo per ogni chilometro percorso: oggi in media è di 4 euro, più del doppio di quello standard stimato della neonata società di trasporto unico regionale.
Dopo lo sciopero e l’iniziale divisione tra le posizioni più rigide di Ugl e Cgil e quelle più malleabili di Uil e Cisl, oggi c’è maggiore uniformità. Nell’ ultima riunione con la Regione i sindacati si sono impegnati per la definizione del nuovo contratto “secondo criteri rigorosamente ancorati al miglioramento della produttività”.
La Regione dal canto suo ha concesso la deroga di 30 giorni per arrivare alla sottoscrizione di un accordo unico, ma in caso contrario, a partire dall’8 luglio si applicherà il contratto Arpa per tutti. La nascita di Tua è stata appena formalizzata a Pescara, davanti al notaio e ai presidenti delle tre consorelle in trasporti, con Arpa sorella maggiore e di fatto società incorporante. Gli obiettivi di Tua sono stati illustrati nel dettaglio dal presidente della giunta regionale, Luciano d’Alfonso, e dal sottosegretario alla presidenza Camillo D’Alessandro, che ha la delega ai Trasporti.
Per capire la portata della rivoluzione bisogna partire dai numeri: tra staff, personale di guida, di manutenzione e di movimento, sono 1.601 i dipendenti in carico, cifra che fa di Tua la seconda azienda in Abruzzo dopo la Sevel. Il giro di affari all’orizzonte è innegabilmente appetibile: 142 milioni di euro per 35 milioni di chilometri e 40 milioni di passaggi, vale a dire settima posizione tra le società italiane del settore (a guidare la graduatoria è l’Atac, con poco meno di 100 milioni di chilometri). Tutti gli acquisti e le forniture saranno gestiti esclusivamente attraverso gare ad evidenza pubblica e attingendo a un albo di fornitori qualificato. Le prime gare, già dal mese di giugno, riguardano acquisti per 48 milioni, tra questi figurano 36 nuovi bus (28 dei quali a metano, scelta motivata dal rispetto per l’ambiente) che andranno ad aggiungersi all’attuale parco rotabile di 890 mezzi.
Tra le novità c’è l’impiego dei bus a metano anche per i servizi extraurbani (oggi circolano nei tratti urbani, ma non nelle lunghe percorrenze). La seconda novità attiene al sistema di manutenzione dei nuovi bus, che assicurerà condizioni di sicurezza a costi prederminati per un ciclo di vita di 12 anni. Lo stato dei veicoli sarà monitorato costantemente con sofisticati sistemi diagnostici; i dati relativi, per esempio temperatura e pressione degli pneumatici, verranno poi trasmessi ai centri aziendali preposti al controllo.
Avendo inglobato la rete della ferrovia Adriatico-Sangritana, Tua gestirà anche il piano di investimenti già avviato, come il potenziamento e l’ammodernamento della tratta Torino di Sangro-Fossacesia-Saletti, con un occhio particolare allo stabilimento industriale della Sevel, o come il rinnovamento della stazione di Fossacesia, tutte opere finanziate dal ministero dei Trasporti.
Ma, numeri e interessi societari a parte, in che modo la rivoluzione interesserà i cittadini che si servono dei mezzi pubblici? Al momento l’effetto principale del cambiamento, al netto dei piani di sicurezza e di risparmio, sembra essere l’integrazione tariffaria: un biglietto unico per raggiungere qualsiasi luogo servito da Tua, che si viaggi in treno o in bus. Tra le voci di interesse popolare c’è purtroppo il possibile ritocco delle tariffe, sia per effetto dell’ adeguamento Istat che per l’estensione delle percorrenze possibili con un solo ticket. Integrazione tariffaria ferro-gomma e biglietto unico, oggi presente solo nell’area metropolitana Chieti-Pescara, nuovi veicoli a metano, manutenzione in house, razionalizzazione delle spese, riduzione degli sprechi e connessione intermodale facilitata per il trasporto delle merci sono i prossimi traguardi annunciati da Tua.
Intorno alla fine di giugno, chiusa la fase procedurale e approvato il bilancio, si passerà alla scelta della nuova governance. “L’azienda unica è un bene – afferma il segretario regionale della Filt-Cgil Franco Rolandi – ma è sulla scelta del nuovo management che la Regione dovrà dimostrare il coraggio di voler cambiare. Non sono ammissibili gli errori del passato nella scelta degli amministratori, oggi le nuove norme non danno scampo alle aziende in rosso”. Un rosso antico come la storia della fusione, che si è trascinata per anni e che aveva portato l’Abruzzo agli onori – si fa per dire – della cronaca: qualche tempo fa Il Sole24ore aveva definito le tre aziende di trasporto “poltronificio d’Abruzzo”.