Pare che fosse un equivoco: la presunta apertura della caccia ai bambi d’Abruzzo, che aveva fatto drizzare i capelli alle associazioni ambientaliste e animaliste e all’esponente di Rifondazione Maurizio Acerbo, in realtà sarebbe solo un censimento. Dunque non assisteremo alla versione reality del Bambi di disneyana memoria, ma solo alla conta degli ungulati.
Che il presidente D’Alfonso non ce l’abbia con cervi e caprioli è stato precisato dall’assessore Dino Pepe: “La Regione Abruzzo non ha aperto o autorizzato nessuna caccia a caprioli o cervi ma ha semplicemente recepito, attraverso il regolamento, le modalità di censimento degli stessi predisposti dall’Ispra, cioè dal ministero dell’Ambiente”. Pepe, che ha la delega alla caccia, ha ribadito che non si trattava di un via libera agli abbattimenti, ma solo alla “necessaria e puntuale azione di censimento e monitoraggio del numero di caprioli e cervi, per conoscere con precisione in quali territori insistono, in che rapporto siano rispetto ad altre specie come il cinghiale”.
Pepe ha anche sottolineato che i cinghiali rappresentano un grande problema per le specie protette (orso, lince, lupo, camoscio), per l’agricoltura, per l’incolumità e per il sistema ambientale ed economico. Se se su cervi e caprioli sembra si sia scherzato – il Wwf però non ne è affatto convinto – si fa sul serio invece con le volpi del chietino. Altro che eleganti cavallerizzi inglesi a caccia di una sola volpe: il Piano triennale disposto dalla Provincia prevede, in tre anni, l’abbattimento di 1.791 esemplari, misura fortemente contestata dal distaccamento di Chieti della Lega nazionale della difesa del cane. Secondo l’associazione sarebbero gli appetiti dei cacciatori a provocare, su tutto il territorio nazionale “una sfilza di delibere raffazzonate e caratterizzate da presunte urgenze, sovente anche da omissioni ed elementi non veritieri”.
Contro la delibera la Lega ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Chieti, in cui viene contestato il criterio con cui si è effettuato il censimento degli animali da abbattere e il conseguente numero di capi da sopprimere. Intanto, dopo la contestatissima preapertura, ha appena preso il via la stagione venatoria 2015/2016. Decisamente contrario alle preapertura si era dichiarato Luciano Di Tizio, delegato Wwf Abruzzo, secondo il quale non solo viene adottata per accontentare i cacciatori, ma testimonia “ancora una volta che la Regione Abruzzo non ha raggiunto la maturità necessaria per una corretta gestione faunistica”.