“No alla Asl unica”. Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ha lanciato il suo messaggio alla Regione nel corso del consiglio comunale straordinario sulla sanità, a cui hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale Silvio Paolucci, il manager della Asl Roberto Fagnano, i sindaci del Comitato ristretto, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino e molti amministratori del territorio.
Assente il governatore Luciano D’Alfonso. “Ha perso un’opportunità”, è stato il commento del sindaco Brucchi, che ha accolto con qualche preoccupazione le parole di Paolucci. Le posizioni sono divergenti sulla Asl unica, “una scelta che sarebbe un massacro – ha detto Brucchi – anche le Marche, dove è stata sperimentata, sono tornate indietro”.
Brucchi è invece molto contento del fatto che l’assessore abbia assicurato che si tornerà a una forma di finanziamento procapite, ossia in base al numero di abitanti, e non sulla spesa storica. Infine l’incognita: Paolucci ha parlato di quattro ospedali di primo di livello, e di due ospedali di secondo livello: per Brucchi Teramo ha tutte le carte in regola per rientrare in quest’ultima categoria.
A Teramo, sottolinea, mancherebbe solo la Rianimazione neonatale, ma “in realtà il reparto è pronto, non servono fondi, ma solo l’autorizzazione regionale per aprirlo”. Per contro, è la puntualizzazione del sindaco, L’Aquila per ottenere il secondo livello dovrebbe prendere le “nostre” Cardiochirurgia e Chirurgia toracica.
“Dateci quello che ci spetta”, è stata la frase con cui il sindaco ha concluso il suo intervento, rimarcando più volte, che in sostanza Teramo non chiede nulla alla Regione, nessuna “aggiunta”, ma solo di non essere spogliata di quello che ha già. Adesso si teme il cosiddetto effetto domino: dopo la Prefettura e la Questura rischia di sparire anche la Camera di commercio, di perdere il comando dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, la città rischia sempre più di svuotarsi e Brucchi non lo accetta, così come non accetta di perdere la direzione generale della Asl.
“Teramo – sottolinea – è stata sempre penalizzata, anche se è l’unica Asl con i conti in ordine e se ha meno posti letto di quanto previsto dal decreto Baraldi, non solo: anche dal punto di vista del personale mancano all’appello 650 unità lavorative”.
Tante le voci che si elevano a sostegno della Asl teramana, tra cui anche quella del gruppo gattiano di Futuro In: “Questo territorio si può e si deve qualificare come il luogo della sanità pubblica di eccellenza e della qualità della vita, ma a questo scopo occorre una Regione Abruzzo consapevole e vicina, che compia atti concreti e meno concentrata sulla esigenze esclusive della città di Pescara”, scrive il capogruppo Giovanni Battista Quintiliani.