Industria abruzzese, per il Cresa ci sono segnali di ripresa


Francesco Prosperococco, direttore Cresa

Un anno, quello passato da poco, con segnali positivi per l’industria abruzzese, almeno per quella manifatturiera. L’ultima indagine congiunturale sull’economia della nostra regione stilata dal Cresa (Centro regionale di studi e ricerche economico sociali delle Camere di commercio d’Abruzzo) dimostra come il 2015 si sia chiuso in maniera molto positiva per l’industria manifatturiera d’Abruzzo. Nel quarto trimestre la produzione è aumentata  nell’insieme dell’8% circa, sospinta dalle grandi imprese attive nell’automotive e nell’elettro-meccanica. Sotto il profilo territoriale ne beneficiano le province di Chieti e L’Aquila che, comunque, non hanno ancora risentito di questo impulso in termini di occupazione. Nel 2015 la produzione risulta cresciuta in media annua del 4,8%, un risultato che, sommato a quello del 2014, consente di recuperare pressoché interamente le perdite subite nel biennio 2012-2013. Dinamiche positive sono rintracciabili anche nei settori tradizionali, nei quali i buoni andamenti della prima e dell’ultima parte dell’anno sono riusciti a compensare la debolezza del periodo intermedio. Un aspetto da sottolineare è il tenore complessivo delle opinioni degli imprenditori, orientato sempre più favorevolmente agli scenari che si apriranno nel prossimo futuro.

Anche le imprese edili mostrano segnali positivi avendo registrato nel 2015 incrementi medi della produzione, del fatturato e delle commesse migliori dei risultati degli anni precedenti. Come per le imprese manifatturiere, l’occupazione continua a calare, ma quella totale diminuisce meno del biennio precedente. Le piccole imprese hanno dovuto, nel 2015,  affrontare le più pesanti difficoltà con risultati ancora in diminuzione e peggiori della media del settore. Nonostante i segnali di miglioramento, le aspettative per il prossimo semestre non sono ottimistiche, probabilmente perché sono ancora ancora troppo numerose le cessazioni di imprese, che superano di molto le nuove aperture.

“Il 2015 ha visto il rafforzamento dei segnali di ripresa dell’economia regionale, in linea con l’andamento generale e dei singoli settori a livello nazionale – afferma il direttore del Cresa Francesco Prosperococco – sebbene non si possa ancora cantare vittoria perché a livello globale lo scenario delineato dal Fondo monetario internazionale stima per il 2015 una crescita dell’economia mondiale del 3,1%, guidata principalmente dai paesi emergenti i cui risultati, sebbene in lieve calo nell’ultimo quinquennio, sono comunque migliori di quelli delle economie avanzate. Queste ultime mostrano un leggero recupero che sembra produrrà i suoi effetti nel 2016 e nel 2017. Per l’Italia le stime internazionali, sebbene tra le più deboli dell’area euro, sono finalmente positive e previste in rafforzamento, dopo anni di segni negativi deludenti e forse preoccupanti, cosicché sembra che la recessione sia stata superata”.

Anche l’Istat registra una crescita del Pil italiano dello 0,8%, dopo tre anni consecutivi di flessioni, risultato che fa ben sperare per il futuro in quanto è accompagnato dal rafforzamento dei consumi delle famiglie rispetto al 2014 e alle diminuzioni degli anni precedenti e dal lievissimo incremento degli investimenti fissi lordi dopo anni in calo. Tali stime sono confermate anche da quelle elaborate dall’Istituto di analisi economica Prometeia che vede andamenti del Pil, dei consumi delle famiglie, degli investimenti fissi lordi e della spesa della Pubblica amministrazione positivi per il 2015, e in consolidamento per il biennio successivo, che permettono di riconoscere nel 2015 l’anno della svolta, identificando finalmente l’inversione di tendenza rispetto alla crisi precedente.

 

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