Comitato Villablocc: “No alla centrale a biometano nell’area ex Burgo”


Ex Cartiera Burgo

Il Comitato Villablocc per la tutela della salute e della vita riceve un ultimo decisivo colpo dall’aver scoperto, da solo una settimana, che lo scorso 28 luglio 2015, alla Regione è stato presentato il progetto Bio-Vero della società Crea.

Dietro un nome che proietta le aspettative verso un modello di sviluppo bio, aperto alla sostenibilità, ci sono una Bio Oasi e un Bio Drive, rispettivamente una sorta di centro commerciale naturale dove verranno promossi prodotti di piccoli produttori e aziende agricole, e la possibilità di portare a casa in pochi minuti alimenti sani, naturali e certificati. Fin qui tutto bene, anzi, ma il cardine dell’intero progetto è costituito però da un impianto per garantire la produzione e la distribuzione di biometano, alimentato con sottoprodotti derivanti dall’agricoltura, dall’agroalimentare, dai residui dai fanghi di depurazione, dai residui organici e vegetali provenienti dai nostri rifiuti organici cittadini (la raccolta dell’umido), dall’allevamento (residui di macellazione, oppure dai liquami zootecnici, dalle carcasse in putrescenza e altro …), e prevalentemente dall’industria ittica.

Questo impianto di Chieti, che dovrebbe insediarsi nell’area dell’ex Burgo, con un’autorizzazione già concessa, è solo la prima mossa di uno scacco di investimenti che Crea ha intenzione di intraprendere per la realizzazione di quattro impianti del genere sul territorio abruzzese. I dubbi dei cittadini sono dunque molteplici. Sul territorio provinciale nella gestione dei rifiuti e dell’acqua buona parte di enti, consorzi, piccole e grandi aziende pubbliche e private, hanno ampiamente dimostrato la più completa inettitudine, inaffidabilità e inadempienza nell’osservare e applicare anche le più basilari norme di sicurezza a tutela della salute pubblica e dell’ambiente (si rimanda agli incendi, agli interramenti illeciti, disservizi dei depuratori, sversamenti illeciti nel fiume Pescara, e incongruenze nella gestione dell’acqua pubblica). Non va dimenticato che l’intera area di Chieti Scalo, oltre ad essere densamente popolata, presenta anche alcune delle attività – l’ospedale, l’università, diverse scuole – che maggiormente necessiterebbero di attenzione sotto il profilo ambientale; invece, da questo punto di vista, sono già anche troppi i punti ed i profili di estrema criticità.

Una centrale a biometano è un genere di attività che, per via della natura della materia prima trattata (raffinamento di biogas prodotto da sostanze di scarto), presenta sempre problemi lì dove va ad insediarsi; infatti il contenimento degli odori molesti, che inevitabilmente si producono, non è mai garantito al 100%. Questo potrebbe voler dire il verificarsi di momenti in cui ai miasmi di un depuratore che non funziona, ai miasmi industriali, ai miasmi del mattatoio, potrebbero anche aggiungersi le esalazioni di marcescenze e pesci marci, rendendo l’aria di Chieti definitivamente irrespirabile. Inoltre le emissioni prodotte generalmente da queste centrali, dovute proprio alle fasi di produzione del biometano e allo spostamento locale dei numerosi camion che convoglierebbero all’impianto i liquame necessario alla sua alimentazione, comporterebbero effetti sulla salute quali malattie respiratorie, e per via dell’ozono e del particolato fine, infarti, patologie cardiocircolatorie, oltre al cancro al polmone.

Il Comitato Villablocc per la tutela della salute e della vita lancia dunque un appello a tutta la popolazione, alle associazioni di tutela dell’area urbana, alla politica, a tutti:

“Noi del Comitato Villablocc, siamo rimasti in pochi. Da soli noi di Villablocc non ce la facciamo più. Qui nelle nostre vie di Madonna delle Piane, percepiamo che l’incidenza di malattie sta via via aumentando. L’aria che spesso respiriamo e quasi sempre già irrespirabile. Un nuovo intervento quale questo dell’impianto di biometano della ditta Crea, potrebbe aggravare una situazione già al limite. I medici non esitano ad affermare che con questi impianti i rischi per la salute ci sono ed è ormai una certezza che le centrali di produzione di biometano sono inquinanti se non gestite in modo idoneo. Se ad oggi non si è ancora in grado di gestire un depuratore correttamente (si ricordino a questo riguardo tutti i disagi delle ultime estati trascorse) quali nefaste ripercussioni sulla vivibilità di Chieti, sulla salute, sulle piccole e medie attività commerciali ricettive dello Scalo potrebbero esserci con una centrale del genere?”