Pecora day, ora il Comune dell’Aquila assume ovini


Pecora day

Ora, L’Aquila assume ovini. Intere greggi di pecore entreranno in organico nell’amministrazione aquilana a tempo determinato, con il compito di tagliare i prati in cambio di una buona razione di erba primaverile, sostituendo decespugliatori e macchinari, con l’abbattimento di rumore ed emissioni e garantendo in più la concimazione naturale delle aree verdi.

Lo ha annunciato la Coldiretti che, ieri durante il Pecora day, ha siglato un significativo accordo con il sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente alla presenza di cinquemila agricoltori che si sono dati appuntamento al Centro universitario sportivo Centi Colella di L’Aquila. L’accordo avrà una durata di 18 mesi e prevede che possano partecipare al servizio solo i produttori agricoli singoli o associati, allevatori di ovini, con priorità ai giovani imprenditori che operano nell’ambito territoriale amministrativo della Regione Abruzzo.

“E’ da questo “bacino” – spiega Coldiretti Abruzzo – che si attingerà di volta in volta per eseguire le operazioni necessarie alla manutenzione del verde, rese tra l’altro sempre più frequenti dall’innalzamento delle temperature legate ai cambiamenti climatici”.

Pecora Day
Pecora Day

Una scelta ecologica per ridurre l’inquinamento e favorire l’integrazione tra città e campagna, ma anche un’alternativa moderna alla transumanza che per secoli ha caratterizzato l’allevamento delle pecore, ma che ora è resa difficile dall’urbanizzazione che ha drasticamente limitato le aree libere al pascolo. Un’iniziativa che, insieme all’arruolamento di un gregge della Val Trompia nell’alto bresciano per brucare circa 20 ettari di verde urbano o a quello promosso dal comune di Ferrara per curare lo spazio a ridosso delle mura cittadine fino ad arrivare alle pecore assunte da grandi multinazionali come la Whirpool per pulire il prato che circonda un proprio stabilimento, testimonia il senso dell’incontro con 5mila agricoltori soci di Coldiretti, di cui ben 54 pullman provenienti dalle 4 province abruzzesi per un totale di circa 2900 produttori regionali.

Una giornata speciale con la presenza del presidente nazionale Roberto Moncalvo, per la prima volta in Abruzzo, del segretario nazionale Vincenzo Gesmundo e della giunta confederale oltre a numerosi ospiti nazionali, ad una foltissima delegazione di oltre 200 sindaci con fascia tricolore tra cui il primo cittadino Massimo Cialente e tante autorità tra cui il presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso, il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, l’assessore all’agricoltura Dino Pepe e all’assessore al Bilancio Silvio Paolucci e ad una folta rappresentanza di consiglieri e autorità regionali impegnati, durante il Pecora day, nella tensostruttura del Cus nel Tour “Le Raegioni del Cuore” con cui Coldiretti sta incontrando i soci di tutte le regioni italiane. La giornata è servita anche per fare il punto della situazione del settore con notizie più che positive ed il boom dei giovani pastori con 200mila pecore in più in 5 anni e i new business che stanno rivitalizzando la pastorizia italiana con prodotti che vanno dai cosmetici naturali alla bioedilizia, dalle panne assorbenti contro gli sversamenti di inquinanti nel mare alle speciali collezioni di moda fino agli agrigelati con latte di pecora che sono stati presentati, a cura di una azienda abruzzese, in occasione del “Giorno dedicato alla pecora”.

Tante le novità esposte negli spazi allestiti sul verde del Centro universitario sportivo: la mostra delle sei razze ovine italiane allevate in Abruzzo (bergamasca, barbaresca, appenninica, comisana, merinizzata e massese), la mungitura e la tosatura delle greggi ad opera di giovani allevatrici, gli esemplari di pecore tosaerba che hanno brucato il prato del Cus, i laboratori di caseificazione in cui sono stati realizzati in diretta il formaggio fresco e la ricotta, nonché l’affinatura del pecorino con il grano e la crusca o l’affinatura del formaggio con l’olio extravergine di oliva, con il peperoncino o addirittura in botti con erbette selvatiche. E non poteva mancare il riferimento al prodotto per eccellenza ottenuto da questo esemplare della zootecnia: il pecorino, nuova star del made in Italy all’estero che fa registrare nel 2015 il record delle esportazioni con un balzo delle vendite del 17% sui mercati stranieri.  Il massimo storico delle esportazioni è stato messo a segno grazie alle straordinarie performance realizzate negli stati uniti, che sono il principale sbocco del mercato italiano, ma risultati estremamente positivi si hanno in Europa con una crescita del 19%, in Gran Bretagna e del 17 % in Francia.

Aspetti diversi che confermano come la pecora possa essere presa a “simbolo” della Legge di Orientamento approvata esattamente 15 anni fa, che ha spinto la rinascita dell’agricoltura italiana allargando i confini dell’imprenditorialità ed aprendo a nuove prospettive  occupazionali nell’agribenessere, nella tutela ambientale, nel risparmio energetico e nelle attività sociali, nonché nella trasformazione aziendale e nella vendita diretta. “Negli ultimi anni – sottolinea Giulio Federici, direttore Coldiretti Abruzzo – si è verificata una vera esplosione delle aziende agricole che aggiungono servizi o prodotti all’attività di coltivazione e allevamento tanto che in soli tre anni sono aumentate di sei volte quelle che producono energie rinnovabili  e sono praticamente raddoppiate quelle che trasformano i loro prodotti.  Un percorso reso possibile dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana dove una impresa su tre è nata negli ultimi anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità”.

Insomma L’Aquila per un giorno è tornata ad essere capitale dell’economia legata all’allevamento di ovini, così come accadeva cinquecento anni fa quando la sua ricchezza derivava proprio da questo settore produttivo, tanto che uno dei suoi maggiori storici, l’Arcivescovo Ludovico Antinori, scrisse che la ricchezza della città nel XVI secolo si poteva udire dai i suoi palazzi che “belavano”.