Dal 20 al 27 ottobre presso la sala D’Annunzio dell’Aurum si svolgerà l’evento “Sguardi di pace lungo la rotta Adriatica”.
Una rassegna di mostre fotografiche e incontri per un’Europa di pace, che aprirà le porte alla tre giorni di convegno. Il primo si terrà domani con “La terra ci è data in prestito dai nostri figli” che si svolgerà sempre all’Aurum da domani fino a domenica 23 ottobre, due eventi che uniscono Comune di Pescara (Europe Direct), Fondazione Alexander Langer e Rete abruzzese di Adopt Srebrenica. Due i piani di riflessione della mostra: “Non dimenticare Srebrenica” di Luciano D’Angelo, firma pescarese della fotografia oltre confine autore degli scatti realizzati lo scorso anno in occasione dei 20 anni dal genocidio; “Io non odio”, di Andrea Rizza, fotografo italo croato, attuale co-responsabile del progetto Adopt Srebrenica della Fondazione Langer, entrambi presenti alla presentazione.
“Pescara è vicina a Srebrenica e continua ad adottare il progetto di ricostruirne la memoria – così il sindaco Marco Alessandrini – Il titolo della mostra è emblematico, lanciamo sguardi di pace lungo la rotta Adriatica. Sono passati 21 anni dall’eccidio ed è importante coltivare riscatti perché non accada più e perché chi ha sofferto si risollevi”.
“Un evento che abbiamo voluto e che continuiamo a far crescere in nome di una vicinanza sia di origini che umana – così l’assessore alle Politiche Europee e Cooperazione Laura Di Pietro – E’ un’iniziativa che contiene storia e memoria e che sensibilizza chi vi prende parte, attraverso le immagini della mostra e il racconto dei sopravvissuti e di quanti vogliono andare avanti”.
“Siamo nati per stare accanto alla gente e alla rinascita di Srebrenica – aggiunge Edvige Ricci, motore della rete e delle manifestazioni in Abruzzo – Una necessità, quella di manifestare questa vicinanza, legata al fatto che Srebrenica è una ferita ancora aperta e dolorante per tutti. La mostra apre all’umanità, lo scenario di un futuro fatto di solidarietà e rispetto di diritti umani che 21 anni fa furono calpestati e violati”.
Agli eventi parteciperà un ospite speciale, si tratta di Zijo Ribic, unico sopravvissuto e testimone dei fatti e dell’azione per la costruzione della memoria dal genocidio a oggi. Zijo è quel ragazzino rom che, a 7 anni (21 anni fa) rimase solo ferito sotto i corpi dei familiari e dei componenti del suo villaggio tutti sterminati in un raid di miliziani serbi durante la guerra balcanica. Oggi testimonia la possibilità di farcela, con gli aiuti giusti – senza essere condannati ad un eterno passato, proprio evitando di predicare odio e vendetta, ma lavorando per la pace propria e quindi di tutti. Il suo Io non odio è anche il titolo della mostra. “Non posso dimenticare, ma ho perdonato. Il perdono è una scelta e se non si perdona si vive nell’odio, che porta solo a violenza, guerra e distruzione – dice Zijo Ribic, superstite della carneficina del 12 luglio 1992 a Scocic, in Bosnia – Continuo la mia battaglia per ottenere verità e giustizia. In primo grado gli autori del massacro sono stati condannati a 72 anni, ma in appello sono stati assolti e mentre mi chiedo come sia potuto accadere, aspetto che a novembre arrivi la sentenza definitiva “.
