Teramo. Di nuovo altissima tensione in carcere


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“Ancora una volta il personale di Polizia Penitenziaria di Teramo ha vissuto una giornata di altissima tensione in conseguenza della folle e violenta protesta di un detenuto straniero che pretendeva di ricevere un farmaco non previsto dalla sua terapia farmacologica”, spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Il sindacalista spiega che il detenuto, “tunisino di 40 anni, tossicodipendente e con problemi psichiatrici, pretendeva un determinato farmaco (che non a caso crea dipendenza) ed al legittimo rifiuto dei sanitari, risaliva sul piano detentivo dove è ristretto, ha fatto ingresso nell’Ufficio Agente ed ha spaccato il monitor dell’impianto di video sorveglianza del piano.  Immediatamente veniva immobilizzato dal personale di Polizia Penitenziaria nel frattempo prontamente intervenuto, che provvedeva anche a mandarlo in altra Sezione perché gli altri detenuti lo volevano linciare”.

Capece evidenzia come ormai “nelle carceri italiane è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, afferma. “La quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria è quella di conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Ma ogni giorno giungono notizie di eventi critici tra le sbarre ed aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.

Il leader del SAPPE ricorda infatti che “sono troppi, continui ed inaccettabili gli eventi critici contro gli Agenti in servizio, che hanno precise responsabilità ministeriali: servono provvedimenti concreti, a cominciare dall’avvicendamento del Capo DAP Carlo Renoldi. Come infatti ha da tempo denunciato il SAPPE, ormai i detenuti la fanno da padrone, grazie ad una indiscriminata apertura delle celle e l’assenza di strumenti a tutela della stessa incolumità fisica del personale”. 

Questo è lo scenario quotidiano inaccettabile in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria, ma la cosa sembra non fare notizia al contrario di altre. Altro che sicurezza!“, conclude Capece, che rinnova l’auspicio di potere incontrare presto il nuovo Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.