È stato presentato a Pescara, nel giorno del 260 esimo anniversario dalla nascita di James Parkinson, il II Meeting nazionale 2015 Parkinson Italia che si terrà a Vasto sabato 18 e domenica 19. James Parkinson, medico, paleontologo e geologo britannico, nel 1817 pubblicò Essay on the shaking palsy, un testo nel quale riportò gli studi a lungo termine su 6 caso di quella che lui stesso definì “paralisi agitante”. Questi soggetti soffrivano di una malattia caratterizzata da tremore, rigidità e acinesia. Quarant’anni dopo Charcot, nel suo trattato Lecons sue les maladies du systeme nervoux, descrisse ancora questa condizione clinica definendola mordo di Parkinson.
Da quel lontano 1817 a oggi, la malattia è definita una patologia neurodegenerativa cronica causata dalla progressiva morte dei neuroni, situati in una piccola zona del cervello, che producono il neurotrasmettitore dopamina che controlla i movimenti. Chi soffre di Parkinson, produce sempre meno dopamina perdendo progressivamente il controllo del corpo. Malattia che, nel corso dei secoli, si è evoluta “abbandonando” la popolazione anziana e “avvicinandosi” ai giovani: in Italia colpisce 300mila persone delle quali il 25% ha un’eta inferiore ai 50 anni e si prevede, per i prossimi 15 anni, che la prevalenza della malattia raddoppi anche e sopratutto a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Di questo e non solo si parlerà al II Meeting nazionale 2015 Parkinson Italia a Vasto il prossimo weekend. “Paziente o cittadino? È questo il tema del Meeting – afferma Antonino Marra vice presidente Parkinson Italia – proprio per sottolineare come il paziente è tale perché malato ma è sopratutto un cittadino con delle richieste sociali di cui le istituzioni devono tener conto. Inoltre si parlerà del Parkinson giovanile e le problematiche sociali che genera: dalla famiglia, al lavoro, alla tutela dei diritti per arrivare all’assistenza”.
Antonio Palazzoli, presidente di Azione Parkinson Pescara, considera il Meeting “un’occasione per discutere di una malattia della quale si conosce poco e male. Vogliamo sensibilizzare l’ opinione pubblica sulla necessità della socializzazione per tutti coloro che sono colpiti dalla malattia; per ognuno di loro un gesto di solidarietà significa tantissimo”.
Alla presentazione anche l’assessore regionale abruzzese alla Sanità Silvio Paolucci il quale ritiene urgente e primaria la riforma del sistema sanitario: “Dare una svolta alla sanità, è un modo per guardare al futuro. Tra 20 anni avremo 400mila anziani e le patologie croniche ad essi collegiati e, ora come ora, siamo sprovvisti dei mezzi idonei per l’assistenza; basta pensare che nel 75% dei casi è affidata ai badanti. Così come l’assenza di numeri certi sulla malattia mette in risalto l’attualità del problema e lo sarà ancora di più in futuro. Riformare la sanità, tenendo conto delle esigenze degli anziani, e l’Abruzzo è la regione più anziana d’Italia, significa guardare ed ascoltare le necessità del futuro. Chi si guarda indietro, considera il cambiamento un peso”.