Ambiziosi? Forse: cercano lettori viscerali, consapevoli e curiosi e promettono di non fare compromessi sulla qualità. Coraggiosi? Sicuramente: si sono presi la briga di fondare una casa editrice in Italia, dove si legge pochissimo, per di più partendo dall’Abruzzo. Sarà che chi non risica non rosica, così la loro voglia di osare è stata premiata e oggi a rosicare sono gli altri, dopo che un loro titolo è piombato da outsider nell’enclave dei finalisti al Premio Strega 2015.
Sono quelli della Neo Edizioni, nata nel 2008 a Castel di Sangro, alle porte del Parco nazionale d’Abruzzo. I fondatori, Angelo Biasella e Francesco Coscioni, sono stati definiti “partigiani della cultura”; del resto il nome scelto è già manifesto: Neo, ossia macchia, segno caratteristico e indelebile, sempre e comunque personale.
Un neo che ha messo a segno un colpo da gigante, piazzando un proprio autore nella rosa dei 12 finalisti alla 69° edizione dello Strega. Il romanzo si chiama XXI Secolo ed è firmato da Paolo Zardi (nella foto), ingegnere padovano con la passione per la scrittura.
“Il mio libro – afferma l’autore – è stato pubblicato da una casa editrice piccolina, possiamo davvero considerarci gli outsider dello Strega. Oltre alla gioia per la candidatura, mi ha colpito l’affetto ricevuto, tantissime persone hanno contattato me e il mio editore per complimentarsi”.
Il libro, opera seconda di Zardi, è la storia di un uomo che vive in una città del nord Italia in un anno imprecisato del ventunesimo secolo. La vicenda possiede i canoni del dramma, ma è declinata in tutt’altra, sorprendente, cifra letteraria.
“Puntiamo ai lettori che cercano la sorpresa, non la conferma – dicono alla Neo – Ci piace tendere al riso, all’umorismo, per cogliere il dolore nelle sue periferie, non nei suoi centri controllati e controllabili. La teoria del Neo non cerca l’acquirente ma il lettore. Ai creatori e ai fruitori diciamo che i viaggi della mente hanno pari dignità dei viaggi del corpo: chiusi in casa o smarriti nel mondo, gli orizzonti non cambiano. E’ un buon passo verso la democrazia”.
Gli altri selezionati dal comitato direttivo presieduto da Tullio De Mauro sono: Il paese dei coppoloni di Vinicio Capossella (Feltrinelli), La sposa di Mauro Covacich (Bompiani), Storia della bambina perduta di Elena Ferrante (e/o), Dimentica il mio nome di Zerocalcare (Boa Publishing), Final cut di Vins Gallico (Fandango), Chi manda le onde di Fabio Genovesi, La ferocia di Nicola Lagioia (Einaudi), Il genio dell’abbandono di Wanda Marasco (Neri Pozza), Se mi cerchi non ci sono di Marina Mizzau (Manni), Come donna innamorata di Marco Santagata (Guanda), Via Ripetta 155 di Clara Sereni (Giunti).
Il 10 giugno quattrocento giurati (gli Amici della Domenica) sceglieranno cinque candidati alla finalissima, il 2 luglio sapremo il vincitore. La Neo si inserisce a sorpresa in un Premio a circuito chiuso e paludato, spesso appannaggio di caste editoriali e su cui da sempre aleggiano sospetti di “combine”.
Chissà che, per una volta, questo neo irriverente partito dall’Abruzzo non riesca a macchiare la passerella dei soliti noti.