Lanciano, depuratori sotto sequestro


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La Procura di Lanciano ha sequestrato 12 depuratori di scarichi di acque re­flue della Sasi spa che ge­stisce il servizio idrico integrato in 92 comuni della provincia di Chieti.

I sigilli sono scattati così come ha evidenziato il procuratore capo Francesco Menditto, “in quanto le violazioni am­bientali riscontrate da­gli organi di controllo e dai consulenti tecnici del pubblico ministero sono persistenti, tuttora in atto e derivanti da una programmatica, pervicace e dolosa ge­stione degli impianti del tutto noncurante degli esiti negativi dei controlli succedutisi nel corso degli an­ni (principalmente a ope­ra dell’Arta)”.

Ai magistrati è apparso quindi “necessario impedire che i reati venissero portati ad effetto attraverso un vicolo cautelare che, se da un punto di visto oggettivo impedisce la prosecuzione del reato, in una prospettiva di medio termine im­porrà agli organi deliberativi della società di porre in es­sere adeguati investimenti, il loro ammodernamento e l’adozione di tutti gli strumenti atti a garantirne una migliore funzionalità a tutela dell’ambiente e, in definitiva, dell’uomo”.

Ad eseguire il sequestro materiale sono stati nei giorni scorsi ufficiali della Polizia giudiziaria del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Pescara, della Capitaneria di porto di Ortona e del comando provinciale del Corpo forestale di Chieti a seguito del decreto di sequestro emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribu­nale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta della procura frentana, a seguito di complesse indagini svolte dalla citata Polizia giudiziaria e di numerose relazioni di consulenza tecnica di due specialisti del settore che hanno “fotografato” la grave situazione in atto degli impianti di depurazione operativi nel circondario di Lanciano.

Questi i depuratori se­questrati: impianti di Santa Liberata, Villa Martelli e Cerratina a Lanciano; Pa­gliaroni a Treglio; Vallevò e Cavalluccio a Rocca San Giovanni; Valloncello, Ia­ni­co e Osento ad Atessa; Civitella a Santa Maria Im­baro; Zappetti a Bomba e Sangro a Quadri. Il Gip ha riscontrato la sussistenza anche dei reati in materia di scarichi, rifiuti e danneggiamento delle acque del mare Adriatico.