Dopo la pubblicazione del nostro articolo dell’8 aprile scorso, dal titolo Autismo e genetica il legame esiste, abbiamo ricevuto l’invito, da noi accettato con grande interesse e attenzione, della signora Katia Tacco (nella foto con il figlio Lorenzo) di Sant’Egidio alla Vibrata, in provincia di Teramo, ad approfondire l’argomento.
Katia è madre di Lorenzo, un bambino che dai 3 ai 5 anni e mezzo è stato nello spettro autistico. “Oggi è più quello che non sappiamo che quello che sappiamo sull’autismo”, sostiene Katia, “il dottor Cerbo, direttore U.O.C di Neuropsichiatria infantile Asl Pescara, ha affermato di aver visto bambini con serie forme di autismo uscire da questa condizione, e bambini con piccoli problemi diventare autistici gravi. Oggi i dubbi sull’autismo sono sicuramente più numerosi delle certezze”.
La signora Tacco sottolinea come l’autismo sia semplicemente un sintomo, mentre l’organo-bersaglio sia proprio il cervello e spinge non solo a provvedere alla riabilitazione, ma anche a curare le cause che generano i sintomi. “La diagnosi dell’autismo si può paragonare a una scala Mercalli”, ci spiega la signora Tacco, “il neuropsichiatra infantile effettua la diagnosi in base agli effetti e ai danni che legge, ben diverso è invece ciò che ha causato il problema”.
E questa è la storia di suo figlio Lorenzo. Dopo il terzo richiamo vaccinale per la poliomelite, e i 15 giorni di incubazione virale degli enterovirus del vaccino, Lorenzo ha iniziato ad avere attacchi di diarrea, che si sono poi scoperti correlati ai disturbi dello spettro autistico. La diagnosi dei neuropsichiatri ha però attribuito la dissenteria a un problema psicanalitico. Attraverso i Markers vaccinali Katia ha poi scoperto però che gli anticorpi per la poliomelite, invece di diminuire del 20% ogni due anni come di consueto, da 168 erano passati a 256 nel giro di tre anni.
Le particelle virali si erano replicate nel tratto gastro-enterico e poi nei tessuti linfatici. Il virus aveva attaccato i tessuti nervosi del tronco encefalico. Numerose ricerche, tra le più autorevoli condotte a oggi in materia di autismo, sono concordi nell’osservare che esso presenta le caratteristiche di una encefalite sub-clinica immuno-mediata.
Lorenzo manifestava ipotonia a livello di mani, piedi, lingua e occhi. Documentandosi su internet, Katia è venuta a conoscenza di casi di bambini autistici riportati alla normalità attraverso trattamenti biomedici.
Grazie alle cure del dottor Federico Balzola, gastroenterologo dell’ospedale Le Molinette di Torino, che Lorenzo è riuscito a uscire dallo spettro autistico.
Nel 2009 il bambino iniziò la cura, che è consistita semplicemente in una dieta priva di glutine e caseina, proteine rispettivamente del grano e del latte. I peptidi di questi alimenti (glutine e caseina), non digeriti completamente, difatti passavano nel flusso sanguigno e interagivano con il cervello, sostituendosi ai neurotrasmettitori e causando un effetto oppiaceo proprio come droghe quali eroina e morfina.
I bambini iniziano a perdere il sonno, a essere iperattivi, a presentare disturbi dell’apprendimento, a assumere atteggiamenti solipsistici, come se fossero ipnotizzati. In più la cura di Lorenzo prevedeva integratori (calcio e aloe) e fermenti lattici. Dopo soli 3 giorni Lorenzo riprese a guardare negli occhi, a dormire e a non avere più la diarrea.
Dopo 15 giorni Lorenzo parla per la prima volta pronunciando una frase di senso compiuto che la madre commossa ricorda ancora oggi: “No terapia, dottoressa e schiaffi!”.
In seguito inizia a socializzare e per la prima volta chiede a un compagno di riabilitazione di giocare con lui. Con la riabilitazione Lorenzo impara a parlare ma tende a ripetere le frasi “a pappagallo”. Dopo 4 mesi e ogni tipo di espediente messo in pratica dalla sua famiglia Lorenzo sa rispondere di sì a una domanda, senza ripeterla. Dopo 8 mesi canta e recita poesie. Due anni fa Lorenzo è uscito dallo spettro autistico e attualmente presenta soltanto un lieve ritardo con problemi di relazione.
Katia inoltre ha inoltrato richiesta di indennizzo per danno da vaccino in quanto la legge 210/92 prevede il rimborso di tali danni, ma le è stato negato, dal momento che non esistono esami che possano dimostrare un danno da vaccino e il senso comune non ritiene l’autismo correlato al vaccino.