Un lavoro iniziato per caso e per necessità, ma che con il passare del tempo si è trasformato in una passione, che lo ha portato a sperimentare, studiare, conoscere tutto sul mondo della pizza, convinto che dando il massimo avrebbe raggiunto grandi risultati: questo l’inizio della storia di Valerio Valle pizzaiolo di Giulianova. Noi di Zoom ci siamo fatti raccontare il seguito…
L’arte di fare la pizza. Come nasce il desiderio di svolgere questo mestiere?
“Tutto nasce per caso, o forse perchè faceva parte del mio destino, non l’ho mai capito bene. Da piccolo infatti sembrava avessi le idee chiare: volevo fare il programmatore, era una passione che avevo scoperto all’età di 10/11 anni e che mi aveva aiutato a capire subito che studi superiori avrei scelto: Ragioneria programmatori. A 14 anni, peró, per necessità e bisogno d’indipendenza iniziai a lavorare in un autolavaggio, prima durante tutta l’estate, poi continuando nei weekend invernali, quando non si faceva scuola. Lì a un certo punto conobbi una ragazza che faceva la cameriera in una pizzeria e che mi chiese se mi sarebbe piaciuto imparare a fare il pizzaiolo. Non sapevo se mi piaceva fare il pizzaiolo, ma sapevo che la pizza era il mio alimento preferito e che imparare un mestiere artigianale poteva essere molto importante in futuro, così accettai. Pian piano mi resi conto che fare la pizza mi divertiva, come fosse un hobby, più di una partita a calcetto o a un videogames, mi dava la possibilità di esprimere la mia creatività, di stare a contatto con le persone, di essere protagonista ma anche responsabile di tutte le fasi di lavoro e questo mi permetteva di ricevere molta gratificazione, ma soprattutto più felicità del freddo e statico pc. Crescendo la passione si faceva sempre più forte, non era più un semplice lavoro, era il mio futuro, volevo essere tra i migliori, per questo iniziai a confrontarmi con altri pizzaioli e mi accorsi che per fare meglio, dovevo impegnarmi ancora di più, fare ricerca, studiare, sperimentare e lavorare divenne ad un certo punto tutta la mia vita. Grazie a questo oggi, oltre ad essere responsabile della formazione per la Confcommercio di Pescara, membro della squadra italina pizzaioli professionisti, sono riuscito, nonostante la crisi ad aprire due pizzerie, Compagnia Della Pizza a Giulianova e F.lli Valle a Roseto Degli Abruzzi”.
Raccontaci del progetto “Tutti Santi”.
“Un imprenditore polacco, amante dell’Italia e della tradizione italiana, aveva da tempo un sogno: quello di portare per la prima volta nella sua terra la vera pizza italiana di qualità. Così in una delle sue abituali vacanze in Italia, approda a Giulianova per caso nella mia pizzeria Compagnia della pizza. Prova la pizza e ne rimane entusiasto, io però non l’ho nemmeno visto. Vede nel locale i premi che io ho ricevuto durante la mia carriera e quando torna in Polonia fà delle ricerche su di me, vedendo che oltre alla mia attività di pizzeria svolgevo consulenze e formazione. Così mi contatta tramite email, non sa parlare in italiano, quindi mi scrive in inglese. La prima mail va nella posta indesiderata come spam, non la vedo nemmeno, mi riscrive raccontandomi il suo progetto, un pó dubbioso gli rispondo e senza conoscerci continuiamo a scriverci fino a prendere accordi e a compilare un contratto per lo sviluppo di un franchising di pizza italiana in tutta la Polonia. Il mio compito sarebbe stato formare, selezionare e offrire consulenza, nonchè fare da garante della vera pizza italiana, mettendo a disposizione la mia immagine. Così il 23 ottobre 2013 partii da solo per la prima volta per la Polonia, conobbi finalmente di persona il signor Urbaniak e iniziai a formare i pizzaioli per la prima pizzeria a Kalisz, fono a legna, come la tradizione vuole e le migliori materie prime importate dall’Italia, con le quali creammo un menù nel quale ho voluto lasciare un segno della mia terra dando il nome Abruzzo e Giulianova a due pizze consigliate. La pizzeria è stata subito un grandissimo successo e oggi, dopo meno di due anni, le pizzerie sono quattro: Kalisz, Wroclaw, Ostrow, Poznan e il progetto continua espansione”.
Cosa ha rappresentato per te e per il tuo lavoro l’esperienza in Giappone?
“Sono stato in Giappone nel 2009, poco prima di aprire la mia prima pizzeria. 21 giorni, un esperienza in una terra incredibile difficile da raccontare. Sono stato invitato come ospite speciale, in due feste dedicate ai prodotti italiani. All’interno di due grandi centri commerciali, uno a Tokio e uno a Yokohama. Abbiamo fatto centinaia e centinaia di pizze al giorno, nel menù creato per l’occasione non potevo far mancare una pizza dal sapore tutto abruzzese con zafferano, porcini e pecorino, molto gradita dai nipponici. Alcuni dei quali mi hanno addirittura chiesto di firmare la propria scatola della pizza con un autografo! I giapponesi sono un popolo straordinario, preciso, pulito, organizzato, ospitale, dediti al lavoro con un ottima cucina e ricchissimo di tradizioni. Ne sono rimasto affascinato, come sono rimasto colpito per la stima e l’amore che hanno per l’Italia. Questa esperienza mi ha fatto capire, quanto la pizza e il mestiere del pizzaiolo siano amati nel mondo”.
Un ingrediente che nelle tue pizze non può mancare mai?
“Difficile dire quale sia un ingrediente che non può mai mancare, perché mi piace sempre creare pizze nuove, diverse e particolari, ma spesso cerco di valorizzare il mio territorio utilizzando prodotti artigianali, per lo più abruzzesi. Forse più che un ingrediente, la cosa che non può mai mancare nelle mie pizze è una lunga e lenta lievitazione, delle materie prime di qualità, la cura dei dettagli e la passione che cerco di trasferire in ogni singola pizza. Il mio motto è: bella da vedere, buona da mangiare”.