Chieti e l’addio a Cucullo


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Chieti ha perso il suo sindaco più amato: Nicola Cu­cullo.

Era il sindaco del po­polo, con cui aveva un feeling speciale e che lo ha eletto allo scranno più alto di palazzo D’A­chil­le per tre volte, dal 1993, an­no della tangentopoli teatina, al 2004.

Il 16 settembre prossimo avrebbe compiuto 85 anni e in­vece si è spento la scorsa domenica 19 lu­glio. Nel 1960 aveva aderito al Movi­mento sociale italiano, partito con cui fu eletto pri­ma consigliere comunale e poi sindaco di Chieti. Da consigliere si di­stinse per la forte opposizione all’allora Democrazia cristiana del sindaco Andrea Buracchio. I 38 arresti e 98 procedimenti penali del 1993, che decapitarono il vertice del Comune, gli diedero ragione.

Sull’onda di Tangento­poli, quasi a sorpresa, fu e­letto sindaco. Il consiglio co­munale lo sfiduciò prima della fine della consiliatura, ma fu rieletto nel 1997 e nel 2000.

Ai funerali, svoltisi nel­la cattedrale di San Giu­stino lo scorso 21 luglio, c’erano circa un migliaio di persone a rendergli omaggio e porgere le condoglianze al figlio Massimo, alla nuora Marcel­la e alla giovane nipote Va­lentina. Molti i politici presenti, anche di op­poste fazioni. C’erano, fra gli altri, il sindaco Um­berto Di Primio, suo primo vice sindaco, il presidente della Regione, Luciano D’Alfon­so, l’ex presidente Giovanni Pace, l’ex sindaco France­sco Ricci e anche un altro ex sindaco, proprio quel Burac­chio che negli anni 80 fu suo acerri­mo ne­mico. Ma da­vanti alla morte tutto si can­cella.

Re­sta, pe­rò, quello che Cucullo fece per la sua a­mata città, che nel giorno dei funerali ha affollato piazza San Giu­sti­no e la cattedrale per dargliene atto. Anche con tanta presenza giovanile (spiccavano anche due me­ga striscioni portati dai ra­gazzi di Casapound e dalla tifoseria neroverde) e pure con quei saluti fascisti, che, ovviamente, non hanno mancato di sollevare polemiche.