Come risparmiare sul corredo scolastico


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Trolley, trolley, fortissimamente trolley. Tra le co­se indispensabili al corredo scolastico degli studenti la valigetta con le ruote sa­rebbe da preferire allo zai­no, il cui peso non giova al­la postura e alla schiena dei ragazzi.

E’ uno dei consigli del Co­dacons alle fa­miglie a­bruz­zesi e fa parte del va­deme­cum per la scuola diffuso recentemente dall’associazione dei consumatori. La guida fornisce anche suggerimenti utili per ri­sparmia­re, fino al 40%.

Se­condo le stime, nella no­stra regione l’acquisto di diari, penne, quaderni, com­passi, astucci, zaini e libri di testo può arrivare fino a 1.100 eu­ro a studente. La spesa per i testi – spiega il Coda­cons – è e­stremamente va­riabile (da 280 a 600 euro) e dipende sia dal livello di istruzione (elementari, me­die, superiori, licei, istituti tecnici, ecc.) che dalle scelte dei singoli istituti.

Per i libri si può spendere meno rivolgendosi ai mercatini dell’usato, sempre più frequentati, mentre per tutto il resto il consiglio è di non inseguire le mode e non farsi condizionare dalla pubblicità e dagli articoli legati ai brand dei cartoni animati più visti in tv. Nei supermercati si spende meno che in cartolibreria, soprattutto se si punta sulle promozioni giuste senza farsi abbagliare dal resto. Un segreto è quello di non precipitarsi all’acquisto, meglio aspettare per capire cosa serva sul serio e magari intercettare le of­ferte last minute.

Per le co­se più tecniche (dal compasso ai dizionari), è me­glio attendere le disposizioni dei professori, in mo­do da evitare acquisti su­perflui o inade­gu­ati. Il Co­dacons si è e­spresso anche sui test di ingresso alle fa­coltà universitarie: in una lettera inviata al ministro dell’Istru­zio­ne Stefania Giannini si de­nuncia il fa­tto che “i test og­gi vengono mantenuti e­sclusivamente per una man­canza di fondi, ossia per l’incapacità delle nostre università di gestire un nu­mero elevato di iscrit­ti”.

In sostanza è solo questione di soldi: le scarne risorse a disposizione e la condizione delle aule e degli edifici consentono di gestire solo un numero li­mitato di ma­tricole, quindi i test – nati uf­ficialmente per calmierare le professioni – restano in vigore sen­za alcuna valutazione del reale fabbisogno. Si po­­trebbe prendere ispirazione dalla Francia: la selezione avviene nel primo anno di università, che deve concludersi con il superamento di tutti gli esami, pe­na l’esclusione.

In questo mo­do, secondo il Codacons, ci si basa su meriti reali e non su di una prova senza senso, che assegna più pe­so a 60 domande di varia umanità (anche impossibili) che al percorso di studio appena concluso con l’e­same di maturità e soprattutto all’ investimento sul futuro dei nostri giovani.