Trent’anni per ripianare i debiti. Trent’anni di sacrifici chiesti ai teatini per cancellare il disavanzo di 27 milioni di euro, somma che spalmata nell’arco trentennale fa poco meno di un milione di euro all’ anno di disavanzo.
“La cifra effettiva che peserà sul bilancio 2015 è di 963mila euro, ovvero un trentesimo del totale”, ha detto il sindaco Umberto Di Primio illustrando il bilancio di previsione 2015. E forse, a vederla così, il passivo può sembrare meno grave di quello che effettivamente è…
Da dove è uscito questo enorme buco? “Dal riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi”, spiega il sindaco che subito mette le mani avanti: “I 27 milioni non costituiscono un disavanzo imputabile al mio mandato precedente, anzi, la mia amministrazione ha dovuto onorare debiti fatti da altri continuando a garantire servizi”.
E comunque, nonostante il disavanzo, il Comune non è in dissesto: “Il bilancio di previsione 2015 ha trovato un equilibrio attraverso l’accantonamento di risorse al Fondo crediti dubbia esigibilità”, ha fatto sapere il neo assessore alle Finanze, Valentina Luise. Le forze d’opposizione, invece, sono scese in campo per puntare il dito contro gli ultimi cinque anni di amministrazione a guida Di Primio.
Il Partito democratico ricorre alla magistratura, ritenendo “illegittimo” il bilancio comunale e si prepara a incontrare il nuovo Collegio dei revisori dei conti, nominato in fretta e furia magari con la speranza che potesse sconfessare i pesanti pareri negativi arrivati dal precedente organo contabile. Purtroppo non è stato così e, arrivata l’ennesima bocciatura, anche i nuovi revisori si sono beccati i rimbrotti della maggioranza Di Primio.
Per l’ex vice sindaco Bruno Di Paolo questo bilancio “certifica la morte di Chieti” e ricadrà pesantemente “sui figli dei nostri figli”. Il capogruppo dell’Altra Chieti, Enrico Raimondi, annota, invece, come Chieti sia diventato il settimo comune italiano con le tasse più alte. E in effetti, mentre la politica si divide nello scaricare sugli altri le colpe del dissesto evitato solo per un soffio, quello che concretamente i cittadini potranno notare loro malgrado sin da subito è il rialzo delle tasse. A cominciare dai canoni idrici e dalla tassa sui rifiuti.
È passato troppo poco tempo dalla campagna elettorale, quando il sindaco uscente Di Primio si presentava al giudizio dei suoi concittadini per chiedere loro il voto e, pur presentando una situazione contabile non proprio rosea, mai aveva fatto capire che Chieti fosse sull’orlo del dissesto.
Una doccia fredda per i teatini, già alle prese con l’altra brutta notizia arrivata da Roma che ha chiesto il taglio Prefettura, Questura e comando provinciale Vigili del fuoco. Tutte istituzioni da accorpare alla vicina Pescara, tanto per aggiungere un carico ancora più pesante alle notizia.