Il viaggio come cambiamento. Si parte per divertirsi, per dimenticare la monotonia del quotidiano anche solo per qualche giorno. E poi si parte per scoprire posti nuovi, per capire qualcosa che non avevamo capito fino a quel momento, un aspetto che solo quel posto in particolare può svelarci.
Nel cuore dell’Abruzzo e del Molise ci sono viaggi da fare almeno una volta nella vita, che fanno spalancare gli occhi e riempiono il cuore di meraviglia. Sono percorsi che si snodano su due binari e si inerpicano nel cuore del Parco nazionale, tra gallerie e vallate aperte, tra neve intatta e alberi, tra presente e passato. Li ripercorrono i treni della Transiberiana d’Italia, i convogli turistici d’epoca che danno nuova vita alla tratta ormai chiusa Sulmona-Carpinone, rimessi a nuovo dall’associazione Amici della Ferrovia Le Rotaie-Molise. Formata da giovani accomunati dalla passione per vagoni, modellismo, rotaie e mobilità lenta, l’ associazione nasce nel luglio del 2007 a Isernia.
“Negli anni siamo diventati sentinelle a tutela delle linee ferroviarie – ci spiegano – il trasporto su binari è sempre stato oggetto di tagli da parte delle Regioni; le nostre attività mirano ad accendere i riflettori su situazioni di criticità e la linea Sulmona-Carpinone è tra queste. I pochi treni che negli ultimi anni collegavano le nostre aree di montagna sono stati soppressi definitivamente nel 2013, così abbiamo deciso di dare la meritata visibilità a una linea spettacolare dal punto di vista paesaggistico”.

Inaugurata sul finire dell’800, la tratta raggiunge nella stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo un’ altezza di 1.269 m sul livello del mare, la seconda più alta d’Italia dopo il Brennero. Il tracciato è innevato per la maggior parte dell’inverno, e i convogli affrontano notevoli dislivelli e tratti in salita. Per realizzare una linea tanto complessa ed esposta agli elementi, furono realizzate opere di ingegneria notevoli, tra gallerie paravalanghe, viadotti e trafori, arricchendo il percorso di scorci spettacolari.
La linea si rivelò di estrema importanza per la zona appenninica abruzzese, poiché serviva aree in precedenza quasi isolate, con un transito consistente tra treni passeggeri, merci, militari e treni destinati al trasporto di bestiame. Danneggiata in maniera consistente durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la ferrovia riprese la sua attività solo nel 1960; sebbene abbia sempre sofferto della concorrenza con il trasporto su ruote, la linea conservò la sua crucialità soprattutto a causa delle abbondanti nevicate che interessano gran parte dell’anno l’area montana, e che rendono pericoloso il transito automobilistico.
Negli ultimi anni i treni della rete montana hanno diminuito inesorabilmente il numero delle corse a causa della mancanza di viaggiatori, per chiudere definitivamente nel 2011. La Sulmona-Carpinone è entrata dunque nell’elenco delle ferrovie dimenticate, centinaia di preziose strade ferrate che per decenni hanno servito i territori interni dell’Abruzzo-Molise e ora sono abbandonate; di molte stazioni non rimane più niente, se non la testimonianze delle foto storiche che molti appassionati hanno raccolto.

Per fortuna, un fitto movimento di volontari ha acceso i riflettori sulla situazione, dandole visibilità nazionale; fin da subito infatti l’associazione Le Rotaie ha concentrato gli sforzi ed effettuato esperimenti con viaggi sporadici su treni regionali, per far ripercorrere la tratta, seppur saltuariamente, mostrando la bellezza dei paesi e degli scorci panoramici che la ferrovia ha da offrire. Le potenzialità turistiche della linea hanno rilanciato la zona, che vive di nuova vita grazie al sistema di treni storici, la cui organizzazione è curata nei minimi dettagli.
Grazie al successo di pubblico che i primi pioneristici interventi avevano riscontrato, infatti, la fondazione FS, che si occupa delle tratte storiche italiane, ha deciso di prendere in carico la ferrovia, garantendone la manutenzione. La fondazione ha inoltre fornito delle locomotive degli anni 20, perfettamente restaurate, che danno alla tratta quel sapore d’altri tempi da troppo dimenticato.
Nel 2014 l’associazione Le Rotaie riesce a stilare finalmente un calendario importante di corse storiche, con un’attività che consente di mantenere attiva la linea, i caselli, le stazioni e garantirne l’efficienza recuperando e promuovendo il turismo ferroviario, facendo scoprire ai passeggeri destinazioni spettacolari, custodite gelosamente dalle montagne.
Le ferrovie dimenticate diventano così una preziosa risorsa, in cui il turismo eco-sostenibile ed eno-gastronomico è protagonista. Gli itinerari sono sempre diversi, per dare la possibilità di scoprire quante più destinazioni possibili di un entroterra meraviglioso, da valorizzare e preservare. La risposta è ogni anno più entusiasta; solo nel 2015 l’associazione ha organizzato 22 treni storici con una frequenza di un paio al mese, chiudendo le prenotazioni con quasi 8mila viaggiatori, una media di 300/400 viaggiatori per treno storico, provenienti non solo dall’Italia ma anche dal nord Europa, dalla Russia e dall’America. L’ultimo viaggio del 2015, il 26 dicembre, sarà dedicato al presepe vivente di Carovilli.

Gli itinerari del 2016 inizieranno invece all’insegna della neve, con soste nelle stazioni di alta quota in cui verranno organizzate ad attività per tutti i gusti, con ciaspolate sulla neve, pattinate sul ghiaccio, escursioni nei borghi caratteristici con degustazioni eno-gastronomiche e musica tradizionale. Altro tragitto molto apprezzato è quello del 25 aprile, inaugurato nel 2015 in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione.
In questa occasione il treno parte da Pescara, in cui protagonista è la splendida ferrovia dannunziana che scivola tra i paesaggi della città del Vate per poi ripercorrere i binari che si inerpicano tra le montagne protagoniste della resistenza italiana, in cui i partigiani della Brigata Majella combatterono per la libertà. Ma il successo del treno non è decretato solo dalla bellezza dei paesaggi e dei paesini montani visitati. Di fondamentale importanza è la lentezza del viaggio in sé, che dà al viaggiatore il tempo di guardare, di ascoltare, di emozionarsi, di regalarsi il piacere di non dover guardare l’orologio.
“Durante i viaggi che organizziamo il tempo si ferma – spiegano gli Amici delle Rotaie – Ci si guarda negli occhi, si parla, ci si dimentica del telefono per una giornata; sono nati gruppi di amici che si incontrano anche al di fuori. Raccontiamo ai viaggiatori del territorio, della storia della ferrovia, e il nostro lavoro viene apprezzato e ricompensato dalla loro curiosità ed entusiasmo”.
A dimostrazione della riuscita incredibile dei treni storici, siano essi invernali o estivi, le prenotazioni registrano il sold out nel giro di pochi giorni.