Il coworking a Tortoreto


coworking tortoreto

Uno stile lavorativo che prevede la condivisione di spazi. Spazi comuni, da condividere da liberi professionisti e da coloro, che nella fase della start up, hanno difficoltà nell’assorbire i costi di avviamento di uno studio professionale vero e proprio.

Il progetto non a caso si chiama Pro­me­teo (simbolo di progresso) ed è stato elaborato e il­lustrato dalla Consulta giovanile di Tortoreto, nel cor­so di un incontro nei locali dell’Arit al quale hanno pre­so parte anche il sindaco e alcuni amministratori locali.

Nello specifico, si tratta di un vero e proprio cowor­king, (condivisione di spazi lavorativi). Il progetto nella sua totalità è stato elaborato dalla Consulta giovanile di Tortoreto. Il coworking è un sistema di condivisione di spazi lavorativi e presenta diverse applicazioni pratiche.

In Abruzzo ne esistono due, ma sono entrambi privati. La Consulta giovanile di Tortoreto, seguendo l’e­sempio di Foligno, invece, prevede un progetto solidale attraverso una collaborazione con l’amministrazione comunale. Il funzionamento del coworking, così come spiegato, è abbastanza semplice. E’ necessario avere dei locali adatti, dotati di ar­redamento e postazioni adeguate e connessioni internet.

Il contenitore poi rappresenta l’elemento di condivisione per giovani professionisti, che pagano un canone (può essere giornaliero, mensile o annuale, dipende dalla tipologia di uso) e usano uno stesso ambiente di lavoro, anche per settori diversi. La consulta ha proposto anche un bando per l’e­ventuale gestione dello stesso spazio.

Dove realizzare il tutto? C’è anche la proposta. E’ quella della scuola di Salino, attualmente utilizzata per le lezioni visti i lavori di adeguamento della struttura del paese. “Lo spazio” dicono gli ideatori, “si presta a questa funzione, per va­rie ragioni. Da quello lo­gistico, si raggiunge facilmente, ha spazi interni ed esterni per realizzare il tutto.

Va sottolineato, inoltre, che attraverso il canone corrisposto all’ente per l’ utilizzo degli spazi, il pubblico potrebbe coprire i co­sti di manutenzione della struttura e in caso di piena funzionalità della stessa, prevedere anche dei ricavi così come accade per i luoghi di lavoro condivisi di matrice privata”.