Pensionati abruzzesi: no al taglio della reversibile


Una pensionata

Nuova batosta dal governo Renzi: questa volta il ciclone investe la categoria dei pensionati, in particolare di coloro che hanno subito un lutto e che, per “tirare a campare”, percepiscono la famosa pensione reversibile. Dalla pianificazione del governo, i destinatari che hanno a carico due figli percepiscono ancora il 100%; l’80% a chi provvede al mantenimento solo di uno e il 60% a chi non ne ha carico. Parliamo di cifre che le vedove (e parliamo perlopiù di vedove in quanto la mortalità colpisce maggiormente gli uomini) avrebbero il sacrosanto diritto di percepire per intero, considerato che i versamenti del proprio congiunto sono stati effettuati grazie ad una vita di sacrificio e abnegazione al lavoro. Il governo ha annunciato in questi giorni che per finanziare il piano nazionale contro la povertà intende sottrarre risorse alle famiglie e ai cittadini, colpendo, ancora una volta, coloro che stanno subendo maggiormente gli effetti e le gravi conseguenze della crisi di questi anni. Ma che diritto ha dunque lo Stato di rientrare in possesso di soldi che a ragione spetterebbero al legittimo consorte? Ma oltre il danno, la beffa perché, a quanto pare, il governo intende privare la famiglia del defunto anche di una parte di quel 60% semplicemente perché, magari, proprietario di abitazione. La domanda che sorge tristemente spontanea è: può essere considerata benestante una persona in quanto proprietaria di casa? E con quali soldi pagherebbe le spese di ordinaria amministrazione?
“Nella proposta di legge delega sulla povertà si prevede una ‘razionalizzazione’ delle prestazioni assistenziali, anche di natura previdenziale, introducendo principi di selettività tramite l’applicazione dell’indicatore del reddito (Isee). È impensabile che il Governo voglia mettere ancora le mani sulla pensioni ed in particolare sulle pensioni ai superstiti, che sono pagate con i contributi dei lavoratori, colpendo le persone che hanno più bisogno, specie dopo la scomparsa  del proprio caro”, – dichiarano Luigi Pietrosimone, Segretario Generale Fnp Cisl AbruzzoMolise, e Maurizio Spina, Segretario Generale Cisl AbruzzoMolise Saranno soprattutto le donne a subire questa scelta sbagliata. Infatti, in base ai dati contenuti nel Bilancio sociale dell’Inps, in Abruzzo sono 96.153 le persone che percepiscono la pensione di reversibilità, che corrisponde al 30% dei pensionati abruzzesi, e l’importo medio della pensione di reversibilità e di poco superiore alle 400 euro mensili.   Le donne che ne usufruiscono, rappresentano l’80% del totale.

“Come Cisl, anche con le altre Organizzazioni Sindacali, cercheremo di contrastare  ogni tentativo di fare cassa e chiederemo al Governo di aprire un confronto per scongiurare ulteriori scempi sul tema delle pensioni, – continuano i due Segretari della Fnp Cisl e della Cisl AbruzzoMolise”.
“È importante aprire un tavolo di confronto per restituire equità, solidarietà e flessibilità al sistema pensionistico ed evitare tagli e provvedimenti che intendono colpire le pensioni di reversibilità, sia quelle in essere, che quelle future.
Chiediamo, anche alla classe politica abruzzese di intervenire per far fare al Governo un passo indietro e scongiurare che venga adottata una norma che renderebbe ancora più poveri pensionate e pensionati che vivono già situazioni di disagio. Non si tratta  di salvaguardare uno status, ma il frutto di anni di lavoro e sacrifici, concludono Luigi Pietrosimone e Maurizio Spina”.