Vuoto esistenziale, quando la tecnologia ci allontana dalla felicità


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Perché l’età media del primo caso depressivo si ha a circa 14 anni di età contro i 30 anni di cinquanta anni fa? Perché oggi che siamo più connessi gli uni agli altri si sente sempre più parlare di solitudine e di disturbi legati all’umore che condizionano la nostra moderna e tecnologica società? Non essendo in grado di fare un’analisi dettagliata di tale fenomeno, posso solo soffermarmi ad evidenziare una usanza che negli ultimi anni si è radicata nelle nostre abitudini e che sicuramente ha a che fare con quanto detto: La massiccia presenza di accessori tecnologici e il loro cattivo utilizzo.

Se questo aspetto non è la causa scatenante, sicuramente partecipa in modo consistente al fenomeno. Se riflettiamo un attimo, non possiamo non evidenziare il fatto che la tecnologia odierna ci migliora la qualità della vita perché ce la semplifica in tantissimi aspetti. Possiamo ricevere le e-mail sul telefonino, chiamare a costo zero tramite internet i nostri cari che si trovano a migliaia di km, scattare fotografie tramite uno smartphone e come ben sapete, tanto altro ancora. La stessa tecnologia diventa peggiorativa della qualità della vita dal momento che, anziché usarla al nostro servizio, ci facciamo usare da essa. Mi spiego meglio. Se oltre ad usare i moderni tablet, smartphone e computer per compiere tutte quelle operazioni che ci rendono più efficienti nei compiti da svolgere, li usiamo sistematicamente anche come riempitivi per quei momenti di “vuoto esistenziale” in cui abbiamo bisogno di distrarci, allora ci stiamo candidando ad essere infelici.

Un grosso studio sulla felicità è stato condotto dallo psicologo americano Martin Seligman, che evidenzia il fatto che i piaceri fisici ci danno una felicità momentanea che cessa al termine dello stimolo stesso. Guardare un film, giocare ai videogiochi, assistere al concerto del nostro gruppo preferito, sono tutti piaceri che ci fanno star bene finché siamo immersi nello stimolo ma che terminano con esso. Un altro fattore che ha evidenziato Seligman è legato al fatto che oltre a smettere di essere felici con la fine dello stimolo, ci abituiamo ad esso e quindi ne vogliamo una sempre maggior quantità.

Cosa fare per essere felice a lungo? Il dottor Seligman ci dice che per essere felici ed esser certi di poter accedere a piaceri più “veri” che non finiscono col finire dello stimolo, dobbiamo dedicarci ad attività coinvolgenti che mettono in uso le nostre potenzialità. Dedicarsi al proprio hobby, immergersi nella lettura di argomenti che ci interessano, o condurre altre attività in cui ci immergiamo totalmente e in cui usiamo una o più delle nostre potenzialità, ci da la possibilità di costruire un capitale psicologico futuro che ci mette nella condizione di rimanere felici più a lungo. Questo accade perché quando usiamo le nostre potenzialità per svolgere un compito, siamo naturalmente immersi e coinvolti. Entriamo in uno stato chiamato “flow”, in cui tutto fluisce con naturalezza e ci sentiamo totalmente presi dimenticandoci anche dell’orologio.

E’ quello che accade ai bambini quando sono presi a giocare e non hanno più una dimensione temporale. Andrebbero avanti per tantissimo tempo perché stanno usando una loro potenzialità (il gioco) e sono totalmente felici. I piaceri del primo tipo sono a portata di mano. Non ci vuole molto ad accendere il tablet e passare due ore a giocare. Molto meno facile, perché richiede fatica e coraggio, è preparare la propria borsa della palestra e andare a svolgere l’attività sportiva preferita. Anche perché nel primo caso non è contemplata la possibilità di fallire, nel secondo caso sì. Per questo motivo si ricorre ai piaceri più spiccioli ed a portata di mano anziché faticare per raggiungere un più alto e duraturo grado di felicità. Ed è anche per questo motivo che aumentano i casi di disturbo legati all’umore.

In che maniera posso scoprire le mie potenzialità? Il pilastro fondamentale su cui si poggia la metodologia del Coaching è la ricerca e l’utilizzo delle potenzialità umane per far si che ognuno faccia quello che gli riesce meglio per raggiungere quello che più gli piace. In questa maniera si riesce a condurre un’esistenza felice scevra da condizionamenti che ci allontanano da quello che siamo.

Tu conosci quali sono le tue potenzialità? Le stai usando per garantirti una vita ricca di soddisfazioni? Mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista.