La Perdonanza Celestiniana dell’Aquila non piace all’Unesco


Il Corteo della Bolla

Niente da fare, neanche questa volta. Dopo il mancato riconoscimento a patrimonio dell’umanità lo scorso mese di novembre la Perdonanza Celestiniana non è rientrata neanche come candidata per l’Italia nel 2016 come bene immateriale dell’umanità. Al messaggio di pace e perdono portato da questa celebrazione legata alla figura di San Pietro Celestino V, il Papa della Bolla del Perdono, la Commissione nazionale per l’ Unesco ha preferito  “L’arte dei pizzaiuoli napoletani” che è  l’unica candidatura Italiana nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità Unesco per il 2016 e dunque papabile nuovo bene immateriale dell’umanità nel 2017. La decisione molto attesa all’Aquila è arrivata come una doccia fredda che gela ogni possibile chance di veder riconosciuta quella che è una delle più importanti e suggestive celebrazioni religiose dell’intera regione, l’annuale Giubileo, antesignano di quello del Vaticano, che da 722 anni si celebra all’Aquila per volere di Papa Celestino V.

La proposta di candidare la tradizione pizzaiola arriva dal ministero dell’Agricoltura ed ha avuto il sostegno del ministero degli Esteri, dell’Università, dell’Ambiente, dell’Economia.La pizza è stata scelta perché “rappresenta l’Italia in tutto il mondo”, un’indicazione sicuramente più “pop” rispetto a un’entità di straordinario valore spirituale ma meno nota e molto più di nicchia come quella aquilana. “Proseguiamo a valorizzare il made in Italy dopo il grande successo di Expo”, ha commentato sull’argomento il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina. E così il Giubileo aquilano scivola, ben che vada, al 2017, sempre se non arriveranno altre proposte più “facilmente riconoscibili”; intanto però una chance, forse irripetibile, si è persa lo scorso anno: quella di conquistare  l’agognato riconoscimento che secondo i promotori avrebbe potuto portare un incremento turistico dell’80%, nonché riconoscimenti e sostegni internazionali.