Il piccolo Lorenzo scrive al direttore dell’ospedale di Pescara


Biblioteca ospedale di Pescara

Diceva il compianto Umberto Eco: “Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria!”. Ed è proprio un’altra vita, una distrazione, una compagnia quella che cercano i pazienti dell’ospedale di Pescara quando scendono al pianoterra ed entrano nella piccola biblioteca dell’Associazione culturale Form-Art, che si impegna a promuovere gratuitamente la lettura attraverso il riciclo dei libri usati. I degenti cercano una vita senza malattie, senza incidenti, che inizi con “c’era una volta” e finisca con “e vissero felici e contenti”. Un libro per rendere i giorni un po’ meno uguali, per evadere dai corridoi bianchi e ritrovarsi sul più famoso ramo del lago di Como o a Vigata con Montalbano, nell’ufficio di Christan Grey o a Topazia ad indagare con Geronimo Stilton. La biblioteca è una boccata d’aria fresca, un angolo di casa nel posto dove tutti sperano di non andare mai, un calmante naturale per chi si sente fragile ed impaurito. Anche il nostro piccolo lettore Lorenzo Peruzzi, 11 anni, recatosi al Santo Spirito per ingessare un braccio, si è imbattuto nella biblioteca. Tanto è rimasto colpito dall’iniziativa di Form-Art e dagli scaffali straripanti libri che ha deciso di scrivere e inviarci questa lettera:

“La biblioteca dell’ospedale di Pescara ha necessità di un luogo più grande per la divulgazione dei libri. Io penso sia importante una biblioteca per i malati in modo che possano superare, grazie alla conoscenza di un libro e alla fantasia, dolori e sofferenze. L’ospedale è una piccola città e ogni città ha bisogno di un posto per poter prendere dei libri da leggere. Sono Lorenzo e sono venuto a conoscenza della biblioteca dell’ospedale passandoci davanti, proprio lì al pianoterra, vicino alla caffetteria. Ho visto la biblioteca e mi è tornato il sorriso, felice di trovare un tale luogo in ospedale. Ho conosciuto una simpatica signora, Marcella, che mi ha raccontato la situazione della biblioteca. Mi ha detto che nel suo magazzino ha tanti libri, ma non riesce a portarli alla biblioteca dell’ospedale perché lo spazio è insufficiente e vorrebbe tanto avere un locale più ampio dove poterli collocare tutti. Mi ha fatto anche vedere un macchinario che serve a togliere i germi dai libri e quindi non deve esserci timore di scambiarsi i libri tra i malati. A me è dispiaciuto quello che mi ha raccontato la signora della biblioteca dell’ospedale e vorrei fare qualcosa per aiutarla. Ho pensato di scrivere questa lettera per far sapere che se ci uniamo tutti riusciamo ad ottenere uno spazio più grande per i libri”.