Una domenica tra le bellezze storiche e architettoniche d’Abruzzo come l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone dà un senso ancora più importante al significato di rinascita che essa esprime.
Il territorio aquilano più volte è stato colpito da terremoto catastrofici e, ogni volta, è rinato insieme al suo patrimonio artistico come l’Abbazia di Sulmona. Una struttura da mozzare il fiato per la sua bellezza, maestosità e storia secolare che si respira al suo interno.
Sì, perché nonostante i terremoti (se ne vedono ancora i segni) grazie al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il complesso celestiniano sta pian piano tornando ai suoi antichi splendori.
Le visite guidate, in occasione del ponte festivo, hanno visto la partecipazione di tanti turisti curiosi di conoscere e ammirare questo spettacolo architettonico a cielo aperto, il quale dopo i Celestini, ha ospitato una sede universitaria e un carcere. Forse quest’ultima scelta ha danneggiato, e non poco, la sua storia millenaria oggi verso il recupero completo.

Si parte dal cortile dei platani dove si trova la chiesa (ancora chiusa purtroppo); un ampio spazio che riporta al passato, quasi a rivive l’epoca in cui era sede dei Celestini, quasi come rivederli passeggiare. Poi si arriva al cortile del pozzo; qui lo scenario cambia: diventa tutto più cupo con un profondo abisso sul quale affacciano le celle prima dei celestini e poi dei detenuti. Un’area più limitata e controllata. Percorrendo l’interno dell’Abbazia, si giunge nel posto più bello e immenso: il cortile dei nobili, ricco di arcate con uno sfondo naturale mozzafiato: il Morrone. Un cortile reso ancora più magico in quanto da un punto preciso del medesimo si riesce perfino a scorgere l’eremo di Papa Celestino V. Segno del destino? In quest’area i Celestini trascorrevano le ore libere prima di entrare nel refettorio e i detenuti trascorrevano l’ora d’aria.

La parte superiore è completamente rinnovata e ristrutturata (sempre nel rispetto della storia del complesso), una sinfonia di luce, di bianco di trascendentale amplificato dalle finestre dalle quali lo spettacolare scenario del Morrone la fa da padrona.
Un viaggio nella storia, la nostra storia d’Abruzzo che non può essere ricordata solo durante le feste ma merita di essere vissuta ogni giorno perché abbiamo voglia e bisogno di tutta la bellezza del passato del pensare al futuro.

L’Abbazia Santo Spirito al Morrone: un po’ di storia
Il complesso monumentale dell’Abbazia Santo Spirito al Morrone è sito a Badia (a pochi chilometri da Sulmona, provincia de L’Aquila) e occupa una superficie di 16.600 mq.
Per più secoli ha raprresentato il più importante insediamento della Congregazione dei Celestini.
Le sue origini sono legate alla figura di Pietro di Angelerio, monaco vìbenedettino, eremita, fondatore dei Celestini e Papa con il nome di Celestino V.
Sarà Pietro a iniziare la costruzione promuovendo la realizzazione di una nuova chiesa dedicata allo Spirito Santo con annesso monastero (lì era già presente una chiesa, quella di Santa Maria, che probabilmente ampliò).
I monaci hanno abitato nel complesso fino alla legge napoleonica del 1806 che prevedeva la soppressione degli ordini religiosi. Da quel momento l’Abbazia ha più volte cambiato destinazione d’uso: Collegio Rreale dei tre Abruzzi, ospizio di mendicità, quartiere militare con annesso ospedale e dal 1868 al 1993 sede del carcere.
Dal 1998 è assegnata al ministero per i Beni culturali e, attulamente, sede distaccata della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici e della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici dell’Ente parco Majella.
Per maggiori informazioni: www.santospiritoalmorrone.beniculturali.it.