Divieto di pesca a strascico, sequestrati 53 chili di pesce


Prodotto ittico sequestrato

Si inaspriscono i controlli ittici per la vigilanza sulla pesca. Gli uomini della Guardia Costiera di Pescara, hanno intercettato nei giorni scorsi quattro pescherecci, due appartenenti alla marineria di Ortona, uno a quella di Pescara e uno a quella di Corigliano Calabro, ma in attività a Pescara, tutti e quattro sorpresi in attività di pesca con reti a strascico all’interno della Fossa di Pomo. L’intercettazione, avvenuta grazie all’impiego delle apparecchiature installate sui mezzi aerei e in uso alla sala operativa della Capitaneria di porto, ha comportato per i quattro pescherecci, una volta rientrati nei rispettivi porti, il sequestro delle attrezzature e del pescato (circa 53 chili in totale) e l’elevazione di quattro verbali amministrativi per un totale di 16mila euro. Arrivano così ad un totale di ben 25 le sanzioni amministrative elevate solo dall’inizio del 2016.

Il fatto è particolarmente significativo proprio per l’area di mare in cui è avvenuta l’infrazione. Analizziamo i fatti: nel 1998, quando parte della Fossa di Pomo è stata dichiarata Zona di Tutela Biologica, vi è stata vietata la pesca a strascico. A occuparsi del problema è tornato il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che con un decreto del luglio scorso ha imposto il divieto di pesca a strascico nella Fossa di Pomo per il periodo di un anno, a partire dal 26 luglio 2015, demandando al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera il compito di vigilare. Per questo motivo i militari della Guardia Costiera di Pescara hanno intensificato i controlli, sia in mare che in cielo con l’impiego sinergico delle motovedette e dei velivoli.

Il mare Adriatico è un bacino semichiuso dalla profondità modesta, ma di fronte alla città di Pescara, al confine tra le acque internazionali e le acque croate, si trova una depressione, dove i fondali raggiungono profondità ragguardevoli, oltre i 200 metri in media, per arrivare in alcuni punti a 1.200 metri. La depressione si estende inoltre per un’area ampia ben 2.100 chilometri quadrati, 1.400 dei quali in acque croate denominata Fossa di Pomo, il cui confine è segnato dall’isolotto Jabuka.

L’estensione, la profondità e la particolare conformazione dei fondali della Fossa di Pomo attraggono molte specie ittiche che qui trovano l’ambiente ideale per la riproduzione, rendendo così la fossa un’area di importanza fondamentale per la conservazione della biodiversità della fauna sottomarina adriatica. Ma insieme ai pesci, da anni la fossa attrae anche molti pescherecci, in particolare italiani e croati, certi di poter contare su ricche battute di pesca.